sabato 2 luglio 2016

Una democrazia senza cognomi esclusivi e un dialogo nazionale con tutti

L'editoriale della Revista Convivencia, diretta da Dagoberto Valdés, al numero di giugno del 2016 svolge una interessante riflessione per il popolo cubano

America Latina cambia.
L'Unione europea cambia all'interno fuori dai suoi confini.
Gli Stati Uniti vivono un cambiamento interiore ed esteriore. I popoli si esprimono e danno segni di protesta.
I governi cambiano e si alternano.
La correlazione di forze cambia e il mondo continua.
A Cuba è di moda. Alcuni cancellieri hanno addirittura parlato di "complicità" e di relazione "dolce" con il governo cubano.
Infine, quello si va realizzando sembra soddisfare quel desiderio di Giovanni Paolo II di 18 anni fa: "Che il mondo si apra a Cuba e Cuba si apra al mondo"
Siamo vivendo a Cuba in una apparente luna di miele con tutte le cose straniere.
Ma attenzione, questa ondata passerà.
Gli interessi commerciali cambiano rapidamente in relazione alle complicità e alla competitività. 
La diplomazia dolce, il gusto salato del mercato passa rapidamente e rimangono i conti da coprire.
Mentre questa ondata passa, la maggior parte del popolo cubano vive d'illusioni, mentre una piccola parte è su un molo in attesa di fare del folklore patetico e falso con bandiere cubane; ci sono poi altre persone in attesa di vedere, da lontano, un'altra luna di miele nel prato recintato del commercio.
Qualcuno dirà che esistono queste esclusioni e differenze in tutto il mondo. 
La differenza è nel resto della vita quotidiana. 
Cuba apre al il mondo, ma ancora tiene chiuso per i propri figli. 
Non solo continua la chiusura verso oppositori politici e dissidenti, ma a tutti i "plurali": i lavoratori privati, gli imprenditori e tutti coloro che vogliono essere indipendenti e sovrani della loro vita e della finanza...
Creare lo spirito di concordia, un linguaggio moderato, un dibattito rispettoso, sono sempre, ma soprattutto in questo momento storico, non solo una scelta politica, ma anche un dovere civico.
Questo è quello che noi crediamo e promuoviamo.
Cuba ha bisogno, in questo momento critico, più che mai, di un dialogo nazionale che comprenda tutti e una democrazia senza cognomi esclusivi.
Siamo certi che con buona volontà e spirito di convivenza, Cuba avrà successo.


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